In questo secondo episodio di Letture Vintage, esploriamo un harmony frizzante e molto legato al mondo dell’editoria: “Rubacuori Innamorato” di Roberta Leigh edito in Italia nel 1988.
Secondo Harmony “vintage” che recupero, e questa volta viene dalla mia wishlist: ho sentito parlare di “Confirmed Bachelor” (in italiano “Rubacuori innamorato”) durante una puntata del podcast romance “Fated Mates”. Le host stavano intervistando la prima autrice romance a inserire preservativi in una storia, Elda Minger (di cui intendo recuperare qualcosa di sicuro!).
Intervista magnifica per i discorsi sulla libertà di scelta sul proprio corpo, e che mi ha fatto apprezzare molto l’autrice. Perciò ho subito segnato uno dei romanzi che consigliava e, non trovandolo in digitale, ho beccato una copia in italiano usata… e il resto lo racconto qui!
Di che parla il romanzo? E chi è l’autrice?
La trama
Rubacuori innamorato (Confirmed Bachelor)
Bradley Dexter come scrittore è sulla cresta dell’onda, ma come uomo è meglio perderlo che trovarlo: cinico maschilista e impertinente donnaiolo! Quando si trova a dover collaborare con l’affascinante Robyn ha una brutta sorpresa: lei sembra in tutto e per tutto la sua copia al femminile e dichiara apertamente di aver fatto tesoro degli insegnamenti di Brad…
La quarta di copertina non è molto chiara, ma in breve:
- il segretario di Bradley si è rotto il braccio e non può battere a macchina
- l’editore spedisce Robyn a fargli da segretaria, nonostante Bradley non voglia donne come segretarie perché poi si distrae
- la virginale Robyn, interessata solo al matrimonio, decide di fingersi una Bradley Dexter in gonnella per tenerlo alla larga dalle sue gonne
- Bradley è scosso e stringe le sue perle
L’autrice
Roberta Leigh
Nata Rita Shulman (1926-2014), è stata un’autrice britannica molto prolifica con oltre 160 romanzi e quattro pseudonimi per Mills&Boon e Harlequin.
A quanto pare 160 è il numero magico?
È stata anche autrice di programmi per bambini con le marionette (creepy), e non si è fatta mancare romanzi per bambini, thriller romantici e fantascienza, a cui si è dedicata dopo la morte del marito nel 1981.
A sinistra la stupenda copertina originale. Purtroppo non sono riuscita a trovare questa edizione, la più recente è ORRENDA, mentre quella italiana (prima slide) è un buon ripiego, dai.
Osservazioni
L’umorismo così british
Sin dalle prime pagine, questo romanzo mi ha catturata per i dialoghi dal ritmo serrato e ricchi di umorismo asciutto. Mi fa venir voglia di recuperare altri romanzi di Roberta Leigh per vedere se li scrive tutti così o se questo era particolarmente adatto a un simile mood.
Il misogino domato
Il protagonista maschile, Bradley, è presentato come un gran misogino che ha incanalato bene i sentimenti di gran parte degli uomini della sua epoca verso le donne (soprattutto quelle emancipate). Possiamo conoscere alcune delle sue massime quando Robyn glielie ritorce contro nella sua farsa da Bradley Dexter in gonnella.
Alla fine, però, Bradley sembra comunque un uomo decente, con un’etica lavorativa (quando decide di mettere il cûl sulla sedia) ed è bellissimo vederlo andare in cortocircuito davanti a Robyn che si comporta come lui!
Age gap che si sente a malapena
Anche qui c’è un certo age gap e sospetto fosse un trend molto frequente per l’epoca, ma in questo caso Robyn e Bradley sono molto ben bilanciati tra loro: Robyn è molto seria e matura, mentre Bradley è un mascalzone poco serio (finché, appunto, non si siede a lavorare).
Cose piccanti… in ellissi?
Essendo l’originale dell’81, credo che ci fosse già nell’aria una richiesta di piccantezza sulla pagina, perché mi ha sorpreso la presenza di un paiodi scene di… nudo? Niente di descritto nel dettaglio, ma Bradley sveste (per due volte!) Robyn quando lei gli permette di baciarlae io scioccata! Nessuno mi ha anticipatoniente di tutto ciò! Le mie perle!
Battute a parte, questo approccio più audace secondo me aveva perfettamente senso per il personaggio di lui, e anche per quello che interpreta Robyn.
E alla fine, comunque, non sono andati oltre qualche bacio focoso durante la storia!
Ma che hanno questi con i massaggi?
Anche qui mi sono trovata una scena di massaggio dalla protagonista all’interesse amoroso, ma in questo caso è stato un momento “hai preso freddo a fare bagordi con la finestra aperta, ti sistemo io sennò domani non lavori, disgraziato!”
Immagino che, in mancanza di erotismo più esplicito, queste scene funzionino comunque per titillare in modo innocente (???) e dare la possibilità di “vedere” l’uomo nudo. Okay.
Stereotipi discutibili
Il cast di personaggi secondari è molto ricco, soprattutto di giovani donne (qui chiamate “ninfette”, dovuto forse alla traduzione italiana? Il rimando a “Lolita” era molto creepy).
Una di queste ha parecchio spazio: Dhimpoh, una giovane cinese (?) che si finge sottomessa, ma si rivela piuttosto meschina, in una sorta di Dragon Lady che si finge un Lotus Blossom.
E non aiuta che gli unici altri asiatici siano i coniugi vietnamiti che Brad ha “salvato” e assunto come servitori, con tanta gratitudine da parte loro…
In conclusione
Questa lettura è stata spassosissima sul serio, un’esperienza completamente diversa da “Nell’antro della belva”, e mi è sembrato anche un romance in cui la struttura non è così evidente. Però i momenti chiave ci sono stati tutti, al momento giusto, e la storia non ha mai avuto momenti morti o noiosi.
I personaggi principali sono molto vividi sulla pagina, anche se Bradley ruba la scena e i suoi battibecchi e dispettucci con Robyn sono la forza trainante della prima parte della storia,
e per il resto rimane questa tensione sentimentale che mi ha convinta
dell’amore nato dalla convivenza forzata.
Inoltre, il romanzo si svolge nell’arco di nove mesi che sono un numero non citato a caso: rappresentano una vera e propria rinascita di Bradley, battuto al suo stesso gioco e poi domato dalla protagonista che non accetta l’offerta di diventare sua amante per un anno, giusto “to get it out of our systems”, e se ne va, cambia lavoro, cambia vita, adios!
A proposito, è stato interessante osservare la storia dal punto di vista dei trope: a parte la forced proximity che brilla come sempre, questo romanzo è di fatto un hate to love, perché la protagonista detesta Bradley e lui all’inizio la prende in antipatia proprio perché
si comporta secondo le regole che lui stesso ha scritto (per gli uomini, ah!).
Ma mi ha divertita molto anche vedere un sex deal in embrione: è chiaro che questo trope ha preso vita proprio dalla curiosità di altre lettrici e autrici di sperimentare con personaggi che pensano di poter tenere tutto sul piano fisico, e invece si trovano coinvolti emotivamente.
Inoltre, credo che questo sia l’unico caso in cui ho tollerato e, anzi, trovato MOLTO divertente un eroe geloso: è stato soddisfacente vedere uno sciupafemmine cinico come Bradley andare in botta perché la (finta) mangiauomini Robyn fa strage di cuori tutto intorno a lui.
Mi è dispiaciuto che Robyn fosse l’ennesima eroina vergine e che vuole solo storie serie in un mondo di donne “facili”, ma era tipico dell’epoca… e forse ancora di oggi?
In conclusione, capisco perché è stato ripubblicato come “Il meglio di Harmony” nel 1994 (data dell’edizione in mio possesso), è un vero gioiellino del passato!